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Sinistra-Iraq

Non sto capenda che cosa vuole Prodi esattamente... si puo spiegarmi Salvo?

E contrario che' l' Italia si ritira i truppi o ho sentito male?:spank:

Comments

  • salvo?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

    c'e nessuno???????????????????????????????
  • Prodi vuole un ritiro graduale delle truppe, da fare al più presto, per tasferire pienamente i poteri ale autorità di polizia irachene.
    Invece comunisti, verdi etc dicono andiamo tutti via subito, alla zapatero
  • Cosi' dopo esserci fatti ammazzare trenta persone tra soldati e ostaggi, e dopo aver speso una paccata di soldi, non ci tocca neanche una goccia di petrolio. Ha ragione Prodi, i comunisti arrivano tardi, o facevamo come Francia e germania all'inizio, o adesso andiamo via gradualmente, ma restiamo (anche con un solo soldato) fino alla fine. Andarsene alla Zapatero sarebbe da puri stolti (ma d'altronde non e' quello che siamo?:hehe::hehe:)
  • Grande Bertinotti - ritirate subito da quell' inferno!!
  • ma ve l'immaginate la sinistra al governo?:hehe::hehe::hehe:
  • E che mi dite di Bush che avrebbe detto, in un incontro del 2003 con le autorita' palestinesi, che l'attacco in Afghanistan e quello in Iraq glielo avrebbe ordinato dio? Magari e' pure vero che l'ha detto! O magari ha pensato che era opportuno dirlo perche' stava parlando con dei musulmani!:hehe::hehe::hehe:
  • l'integralismo religioso sarà il padrone del ventunesimo secolo.
    Manlio, portati avanti col lavoro lì in egitto
  • CORRIERE DELLA SERA

    Tra le novità anche il divieto di avere la porta con la traversa La fatwa sul calcio: vietato urlare gol Un teologo saudita scrive il decalogo del perfetto giocatore musulmano


    Dicono che Bin Laden, durante i suoi soggiorni londinesi, tifasse per la squadra di calcio dell'Arsenal. L'austero ayatollah Khomeini, in gioventù, aveva giocato come terzino. I capi operativi qaedisti, invece, hanno usato come segnale d'attacco per l'11 settembre la parola in codice «la partita di calcio». Nizar Trabelsi, un estremista tunisino arrestato prima che potesse farsi saltare per aria, aveva militato in una squadra della serie A tedesca. I palestinesi di Hamas hanno pescato le loro reclute migliori nei team calcistici della West Bank. Insomma calcio e politica vanno d'accordo. Eppure c'è chi, tra i seguaci di Osama, condanna senza pietà coloro che si fanno «tentare» dal pallone. Ed arriva ad emettere un decreto religioso che stravolge le regole del calcio introducendone di stravaganti. La polemica, di solito confinata nella quiete delle moschee, è esplosa in estate sulle pagine del quotidiano saudita Al Watan.
    Qualcuno ha scoperto che ideologi integralisti incitano i giocatori delle squadre più famose ad appendere gli scarpini al chiodo e a scegliere, con risolutezza, la via della jihad in Iraq arrivando fino al martirio. Almeno tre calciatori del team «Al Rashid» hanno abbandonato i compagni unendosi ai mujaheddin che si battono in terra irachena. Uno di loro, Majid Al Sawat, è stato catturato mentre era sul punto di lanciarsi in una missione suicida nella zona di Bagdad. Il suo capitano — precisa l'istituto di studi Memri che ha rilanciato il caso — ha sostenuto che i suoi giocatori sono stati influenzati da una fatwa che proibisce il gioco del calcio. Con una sola eccezione. Che l'attività sportiva venga usata per prepararsi alla guerra santa e alla lotta. Contro questa tesi si sono levate le voci e i pareri autorevoli di esponenti religiosi sauditi che hanno invocato l'applicazione della Sharia — la legge islamica — nei confronti degli oscurantisti. Il calcio, hanno deliberato, è permesso. Quanti sostengono il contrario e pretendono di abolire il regolamento usando il Corano come pretesto vanno perseguiti con severità.

    Tra questi c'è, sicuramente, lo sceicco Abdallah Al Najdi, autore di una fatwa, emessa nel 2003, contenente un inedito codice di giustizia sportiva. Alla base c'è un principio tratto dai testi sacri dell'Islam che proibisce ai musulmani di imitare cristiani ed ebrei. Dunque — ammonisce lo sheikh — vanno ignorate tutte le regole del calcio internazionale. L'intransigente Al Najdi parte dalla base, ossia dal campo. Non devono esserci le linee bianche che compongono il rettangolo, avverte il teologo, perché sono un'invenzione dei non-credenti. Per la stessa ragione guai a chi pronuncia le parole «fallo», «goal», «corner», «fuorigioco», «rigore». Se un giocatore si lascia sfuggire il termine proibito deve essere espulso e rimproverato in pubblico, ma non dall'arbitro la cui presenza è inopportuna e inutile. Se invece il calciatore commette una scorrettezza non serve l'ammonizione con il cartellino giallo o l'espulsione, bensì una sanzione tratta dalla Sharia. Sempre con l'ossessione in testa di non copiare i cristiani, Al Najdi arriva a sostenere che le squadre non devono avere undici giocatori, ma un numero maggiore o inferiore. L'integralista ha una visione talmente rivoluzionaria del calcio che prescrive: si affrontino tre squadre insieme o una sola. E quando scendono in campo i giocatori indossino abiti normali o tradizionali (le lunghe vesti bianche), senza numeri sulla spalle. Banditi, manco a dirlo, i colori vivaci. Persino la porta va cambiata per «violare le dispotiche leggi internazionali». In che modo? Mettendo solo due pali senza traversa.
    Preciso e meticoloso Al Najdi si occupa della durata della sfida: i due tempi da 45 minuti non vanno rispettati. Se l'incontro dovesse finire in parità, lo sceicco ha la soluzione: lasciate perdere i supplementari e i rigori, ma andatevene a casa. Quando un calciatore «infila la palla tra i due pali» (traduzione: goal) ed esulta cercando l'abbraccio dei compagni — «come capita in America o in Francia» — merita una punizione. Stessa sorte tocca a quanti, finita la gara, cincischiano con «io ho giocato così...Lui ha fatto quel passaggio...La nostra difesa ha sbagliato…». Tutto, per il teologo, passa in secondo piano: perché l'unico obiettivo delle squadre è quello di accrescere la propria forza in vista della Jihad. E i tifosi? Al Najdi afferma che non vi deve essere pubblico, non conta guardare bensì partecipare. Forse lo sceicco potrebbe cambiare idea se sentisse gridare dagli spalti lo sgangherati urlo degli ultras: «Devi morire». Quale incoraggiamento più appropriato per un kamikaze in partenza per il fronte di guerra?

    08 ottobre 2005



    Uaaaaaaaaahahahahahahahahah:hehe:

    Peccato solo che la storia dell'integralismo islamico sia moooooolto piu' seria di quanto possa sembrare, al di la' delle parole di un povero idiota! :spank:
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